giovedì 12 novembre 2009

Teatro della vita e vita da teatro!

De Chirico e Pirandello: intreccio tra arte, vita e il concetto di finzione


in “Sei personaggi in cerca d’autore” (Pirandello) ogni “personaggio ” vive la sua finzione letteraria come realtà o meglio come desiderio di vedere la propria storia rappresentata. L’esito però alla fine sarà doppiamente negativo: la storia si mostrerà “eccessiva in letteratura” e “finzione in teatro”, dove gli attori rappresentano “il loro mondo di cose”.

Proprio i quadri di De Chirico, soprattutto "Piazza d’Italia" sono la rappresentazione grafica del principio che governa “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello. L’opera letteraria in questione propone infatti uno scarto estremamente doloroso tra Finzione e Verità che si viene a creare in un palcoscenico. La situazione vede infatti una compagnia teatrale fatta di persone vere e sei personaggi inventati che si rivolgono agli attori per mettere in scena il loro dramma in quella forma che l’autore alla fine si rifiutò di scrivere perché troppo drammatica. Anche loro, come lo stesso Nietzsche affermava, hanno bisogno di essere fissati per esistere, di essere rappresentati. Ma proprio nella volontà di fissare le loro verità, i personaggi si ritrovano delusi perché gli attori rappresentano il loro mondo di cose ovvero interpretano. Ciascuno infatti vede la realtà a seconda del mondo che ha dentro e per questo non potrà mai intendere la visione degli altri. Però a lettura fatta dell’opera c’è un ribaltamento totale: le persone reali sono costruzioni fittizie e i personaggi letterari sembrano essere più veri dei personaggi viventi, in quanto questi cambiano continuamente, mentre gli altri sono sempre quelli stabiliti dalla forma, con i loro caratteri, con le loro attitudini. Da ciò si deduce che solo la rappresentazione dell’uomo è possibile e la persona individuale sembra quasi inconsistente. Come in Piazza d’Italia l’unico soggetto può essere solo una statua, una rappresentazione artificiosa dell’uomo, che compare con i suoi tratti viventi solo in dimensioni ridotte, non riconoscibili sullo sfondo…quasi come ombre.


La piazza quindi diventa simbolo del palcoscenico della vita e il palco stesso di Pirandello, con l’abolizione della quarta parete, diventa il simbolo della piazza dell’esistenza che noi frequentiamo ogni giorno: la rappresentazione di noi stessi.

Del resto però i personaggi percepiscono la loro finzione come realtà..


Propongo solo le ultime battute dell'opera:

Primo attore: Finzione!finzione!non ci creda!
Attori: Finzione?realtà!realtà!è morto!
Altri attori: No!finzione!finzione!
Padre: Ma che finzione!realtà, realtà signori!
Capocomico: finzione, realtà..andate al diavolo tutti quanti..Luce!